Zecche: le 2 azioni del Consorzio per ridurre la loro diffusione e i miti da sfatare
Con l’arrivo della bella stagione ritorna uno dei temi che preoccupa gli escursionisti in montagna: la zecca. Questo animaletto è molto presente nella nostra regione, così come in gran parte d’Europa, creando un allarmismo diffuso che non sembra attenuarsi con il passare degli anni.
Riteniamo quindi importante diffondere informazioni corrette sull’argomento, perchè possa essere valutato obiettivamente e serenamente da chi frequenta le nostre vallate. Il Consorzio, attraverso diversi progetti, cerca di contribuire a ridurre la diffusione di questi parassiti nel territorio in cui agisce.
Che cosa sono le zecche?
Le zecche sono degli ectoparassiti che assomigliano a dei piccolissimi ragni e sono ematofagi, cioè sono obbligati a nutrirsi di sangue per svilupparsi e riprodursi.
Nel mondo sono state riconosciute 820 specie differenti, di cui il 90 % associate alla fauna, il 10 % si sono adattate agli animali domestici mentre solo una decina sono le specie trovate anche sull’uomo. Tra le specie più diffuse in Europa ed in Italia ci sono la Ixodes Ricinus (zecca dei boschi) e la Rhipicephalus sanguineus (legata strettamente ai cani, presente anche in ambiente urbano).
Che problemi possono causare?
Sebbene il morso non sia doloroso e nella maggioranza crei solo una leggera irritazione, alcune zecche infette possono trasmettere all’uomo malattie come la Borrelia (malattia di Lyme) e il virus della meningoencefalite da zecca chiamata TBE. Da qui deriva la particolare attenzione che viene data al tema.
Ricordiamo che per la TBE esiste un vaccino, profilassi gratuita per i residenti in Friuli Venezia Giulia, che viene raccomandato soprattutto a chi frequenta molto boschi e montagne (es. cacciatori, boscaioli, escursionisti assidui). Per il morbo di Lyme invece vi è un trattamento antibiotico a cui è possibile sottoporsi al manifestarsi dei sintomi specifici.
Dove vivono le zecche?
Le zecche vivono solitamente in ambienti ombreggiati ed umidi e trovano quindi nel bosco, a quote inferiori ai 1500 metri, il loro habitat ideale. Spesso abitano tuttavia anche i prati incolti e le aree di passaggio di animali selvatici (loro principali ospiti).
Prevenzione e falsi miti
La regione FVG ha avviato diverse campagne informative sul tema in modo che gli escursionisti e la popolazione abbiano le corrette informazioni per far fronte al parassita quando lo incontrano.
Fra i consigli più importanti:
- indossare dei vestiti adeguati che coprano il più possibile il corpo, soprattutto le gambe, e possibilmente chiari in modo da vedere le zecche con più facilità;
- evitare sentieri non battuti e di sedersi su prati incolti;
- controllare, una volta finita l’escursione, la presenza di parassiti sui vestiti e su tutto il corpo, in particolare gambe, ascelle e inguine.
Come rimuovere le zecche?
Per quanto riguarda la rimozione della zecca: prima si rimuove il parassita, minori sono le possibilità che trasmetta malattie infettive. Molto importante inoltre, contrariamente alla credenza popolare, è anche evitare di schiacciarne il corpo e di applicare olio, trielina o altre sostanze sulla zecca prima di staccarla (con le apposite pinzette se possibile), sempre al fine di ridurre le probabilità di contagio.
I 2 progetti del Consorzio che riducono la diffusione delle zecche
Tuttavia stiamo sempre curando i sintomi del problema ma non stiamo andando alla sua origine. Ci sono delle possibilità di ridurre la diffusione delle zecche? La risposta è positiva. Ci sono infatti delle operazioni specifiche che possono aiutare a ridurre la proliferazione dei parassiti e che il Consorzio sta già adottando: prendersi cura del territorio in cui opera è infatti una priorità. Queste azioni sono:
- La rimozione di detriti, rifiuti e altri oggetti abbandonati che possono diventare una zona di riparo per animali selvatici e quindi aumentare la presenza di parassiti nell’area. Il Consorzio si è impegnato nella pulizia e rimessa in sesto di edifici non più operativi. Un esempio è Maga Rest, (Casera Somplamont), il cui risanamento è iniziato nell’estate 2017 grazie al progetto “Cantiere di azione e condivisione” ed alla monticazione del gregge consortile sui pascoli antistanti la struttura. La Malga è stata riaperta e il territorio circostante è stato curato anche attraverso la presenza del gregge consortile.
- Tagliare l’erba regolarmente attraverso l’ecosfalcio. Il Consorzio ha avviato il progetto dedicato all’ecosfalcio che prevede la presenza costante del gregge transumante in Val Tramontina. Questo, pascolando, tiene puliti i prati (tutti, anche quelli incolti perché non praticabili con trattori e mezzi meccanici), il sottobosco e gli argini, senza inquinare e consumare carburante. Inoltre l’utilizzo dei prati da parte di animali domestici, inclusi i cani pastore che guidano il gregge, riduce l’erba a disposizione dei selvatici (principali vettori della diffusione delle zecche), confinandoli in aree boscate e in quota.
La riduzione della diffusione di questi parassiti, che popolano naturalmente le zone boschive, passa quindi attraverso la cura del territorio e il suo costante utilizzo; ed è proprio questo uno degli obiettivi fondamentali del Consorzio.